19/6/2023 10:30
Ringrazio Vito Gattullo,per avermi segnalato la storia e vi riporto indietro di poco più di un secolo: aprile, un transatlantico in viaggio fra il Regno Unito e New York urta un iceberg e cola a picco: è la nave passeggeri più grande del mondo, definita inaffondabile, al suo viaggio inaugurale. I passeggeri cercano scampo, ma le scialuppe di salvataggio sono insufficienti per tutti, e più di metà di loro perde la vita. Domanda: mi sapete dire in una parola di quale naufragio stiamo parlando? Titanic? Risposta sbagliata. Quella che vi ho sintetizzato è la trama del racconto breve “Futility – Il naufragio del Titan” di Morgan Robertson, pubblicato nel 1898. Già, 14 anni prima della tragedia del Titanic.
Vediamo nel dettaglio le similitudini, oltre al nome, fraTitanic e Titan. Il primo è lungo 269 metri, il secondo 243: le due navi sono interamente d’acciaio, con tre eliche e due alberi, sono le più grandi navi passeggeri mai costruite, considerate inaffondabili; entrambe possono trasportare 3.000 passeggeri, il Titanic ha una stazza di 45.000 tonnellate e 46.000 cavalli-vapore, il Titan di 46.328 e 40.000 cavalli-vapore; entrambe le navi iniziano il loro viaggio fatale in aprile sulla rotta fra l'Inghilterra e New York e urtano un iceberg a prua intorno a mezzanotte nello stesso tratto di mare viaggiando una a 22,5 nodi, l'altra a 25: le lance (20 sul Titanic, 24 sul Titan) si rivelano insufficienti e le vittime sono migliaia. Questi i fatti. Tutte coincidenze? Un po' troppe. E allora? Robertson era un veggente? Lascio la parola al Comitato per il controllo delle affermazioni sul paranormale (Cicap) che ha esaminato a fondo la vicenda.
Morgan Robertson, figlio del comandante di una nave e lui stesso marinaio per 10 anni, è un esperto di navi e vita marinara. A fine ottocento immagina e scrive un'avventura centrata sul più grande disastro marino della storia, con la più grande nave da crociera concepibile per quel tempo. Voi come chiamereste un colosso d'acciaio di quel tipo? Beh, Titan rende l'idea. Da esperto di tecniche di costruzione navale, le attribuisce poi dimensioni enormi ma plausibili. Cosa avrebbe potuto affondare in periodo di pace quel gigante del mare?
Un iceberg altrettanto grande, anche perché lo scrittore sa bene che ogni anno qualche nave si scontra con iceberg nell’Atlantico del nord (è già capitato a due transatlantici, il Pacific nel 1856 e l'Arizona nel 1897). Il periodo, aprile, coincide con quello di maggior probabilità d incontrare un iceberg, e lo scontro di lato è quello che arreca maggior danno alla nave; quella della carenza di lance di salvataggio poi è una cattiva abitudine molto sentita all’epoca, e ha già fatto numerose vittime.
Infine sul New York Times nel 1892, 6 anni prima dell'uscita del romanzo di Robertson, si legge: “La compagnia White Star ha commissionato la costruzione di una nave da crociera per l’Atlantico che batterà ogni record di misura e velocità, battezzata Gigantic; sarà lunga 213 metri circa e avrà 45.000 cavalli vapore; potrà viaggiare a 22 nodi l’ora, avrà tre eliche e salperà nel marzo 1894”. Il Gigantic non prenderà mai il mare, ma l'idea e i dati (questi e altri) potrebbero esser stati preziosi per Robertson. Questi i fatti, i pro e i contro: poi, naturalmente, ognuno è libero di pensarla come vuole.